PANORAMA VEROSIMILE DI MOLFETTA NEL 1799 - disegno su carta (50x35) - 1990


Illustrazione per il saggio storico "MOLFETTA 1799" a cura di Massimo M. Memola e Ignazio Pansini - Edizioni Mezzina Molfetta 1994

MOSTRE RECENTI



1-31 dicembre 2008



mostra di acquerelli

STUDIO 4 Art Gallery - Molfetta



"Cordova, la Mezquita" - acquerello su carta (17,5 x 25) - 2007



Acquerello eseguito a Cordova (Spagna) in quello che è uno dei principali monumenti dell'Islam e dell'architettura gotica e rinascimentale dell'Andalusia: la Mezquita.







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11 ottobre - 4 novembre 2007



"UNA FINESTRA SUI NOSTRI SENSI"



prsentazione in catalogo



Carlo Adelio Galimberti



GALLERIA D'ARTE "PONTE ROSSO" - MILANO





"Le rupi erranti" olio u tela (70x40) - 2004




Scrive Carlo Adelio Galimberti nella presentazione al catalogo:


“Quando si osserva la produzione pittorica di Paolo Sciancalepore si è immediatamente sedotti dalla attenta e minuziosa tecnica di rappresentazione, che libera tutto il fascino dello spettacolo di un’indiscussa maestria del dipingere. È un’attrazione che Sciancalepore aiuta artificiosamente, dipingendo scenari e finestre che invitano il nostro sguardo a superare la prosaicità della riproduzione del quotidiano, per aprirsi ad una narrazione nuova che libera racconti inediti, che vogliono invitarci a riprendere il filo del senso delle cose che la nostra coercitiva ragione ha soffocato nello stretto ambito del significato. È questo d’altronde il compito della poesia, che nel suo etimo contiene appunto la liberazione di sensi nascosti, che Sciancalepore veste con l’ammaliante tessuto della pittura.
Guardando i suoi dipinti ci si sente avvolti da un meditativo silenzio. L’artista costruisce ambiti in cui riesce a far tacere il chiacchiericcio del mondo, sospingendoci fuori dai ritmi quotidiani, da quel susseguirsi di gesti, di ore e di giorni che spesso stenta a mostrarci il perché del loro incalzare, impedendo l’ascolto delle mille storie che ogni cosa custodisce e che Sciancalepore ci restituisce con la soavità del suo dipingere.
Un dipingere apparentemente realistico, se così vogliamo definire la riconoscibilità di ambienti e oggetti. Ma la riconoscibilità è subito sospinta verso territori spiazzanti, verso improbabili ambienti, per far in modo che ciascuno di noi si ponga finalmente domande, abbandonando le aride risposte della ragionevolezza, per liberarci verso l’affascinante interrogazione della realtà che, come diceva Lacan, è appunto irrappresentabile. (...)

(...) Sono scenari rarefatti, vagamente surreali, in cui spicca l’assenza della figura umana. (...)

(...) È quindi un mondo dove visionarietà, illusione, sogno ed incanto, si mescolano alla narrazione sapiente del mito, che ancora descrive il cammino degli uomini che pare appunto agire nell’inconsapevolezza della follia degli Dei. E tutto è accompagnato dallo splendore delle opere di questa intrigante raccolta dei lavori di Sciancalepore. Un artista che ha sciolto sulle superfici dipinte un racconto che dice di eventi, uomini e idee, e che l’evocante mitologia che sale dalla sua terra pugliese, che ha conosciuto la sapienza greca, ha saputo suggerirgli di tradurre in quella maniera realistica che disegna persuasivi oggetti, ambienti e concetti. È come se la pittura di Sciancalepore che felicemente sta in mezzo tra realtà e immaginazione abbia voluto dire a tutti noi una delle verità sull’esistente, nascondendola, per dirla con Dante, sotto le spoglie d’una splendida menzogna”.




link



http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1192007780


http://www.exibart.com/profilo/autoriv2/persona_view.asp?id=49918


http://www.teknemedia.net/pagine-gialle/artisti/paolo_sciancalepore/dettaglio-mostra/25561.html


http://www.artecontemporanealombardia.it/pagine-gialle/gallerie/galleria_ponte_rosso_milano/dettaglio-mostra/25561.html


http://www.appuntamentimetropolitani.milano.it/home/appuntamento.php?ID=18047





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agosto 2007


"PIETRA VIVA - Percorsi culturali nel Centro Storico"


SPAZIO APERTO ALL'ARTE - MOLFETTA





"Il cuore di Zagreus" olio u tela (70x50) - 2007



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maggio 2005

"Maggio Molfettese"


SPAZIO APERTO ALL'ARTE - MOLFETTA


prsentazione in catalogo
Gaetano Centrone




"Balio e Xanto" olio su tela (70x50) - 2002


Paolo Sciancalepore appartiene a una razza particolare d’artista: le sue opere infatti, non colpiscono per la veemenza delle forme o dei colori, con lo shock derivante dall’impeto dell’involucro, bensì si insinuano sottopelle, poco alla volta, fruizione dopo fruizione. Lo spirito delle sue tele è una melodia soffusa non immediatamente percepibile e distinguibile al primo ascolto, ma con il tempo avvolge e conquista, ammanta e cerca senso e sistemazione.
La critica che si è occupata della sua arte ha declinato – quasi sempre a ragione – le varie gradazioni di reale presenti nelle sue realizzazioni, tirando in ballo le categorie storiche di realismo, iperrealismo e surrealismo, e finanche la Metafisica. Diverse gradazioni di reale che presuppongono diversi approcci alla realtà, diverse modalità di percezione del mondo delle forme e diversa manipolazione delle apparenze. Eppure il modo di stare al mondo è uno solo. Quello personale e autentico d’artista.
Le tele di questi anni ricamano insistentemente una ricerca spaziale che esplora il luogo, allo stesso tempo fisico e mentale: quasi sempre la scena si apre su una spiaggia, una mare, un ambiente più o meno concluso che altro non è dall’illusione ottico-percettiva di una quinta scenografica. [...]
Scatole che racchiudono paesaggi e ambienti, uomini e animali, trasformando la riproduzione illusoria dei dati sensibili in delirio iperrealista da collezionismo. Con una realtà evidentemente messa sotto vetro, privata di atmosfera, messa tra parentesi. Costipata tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Ma cosa c’è dietro questo problema di percezione? Chi è l’attore protagonista sempre evocato, sempre atteso, e mai direttamente raffigurato? Ad una attenta riflessione non si può non concludere con una sola risposta: l’uomo. “Né angelo né bestia” secondo la definizione di Pascal, ma potenzialmente capace di toccare i due estremi, perennemente in bilico tra la polvere e l’altare, la dannazione e la salvezza. Capace di compiere gesti sublimi o, al contrario, terribili. L’uomo dunque come congiunzione ideale tra la caducità del mondo delle forme e l’immortalità degli dei. La cui presenza è qui affidata al sentimento di natura e alla costruzione mitologica. [...]
Al culmine di una prolungata crisi, in età contemporanea, della società occidentale e della cultura che essa esprime, in epoca di post esasperati e in pieno melting pot culturale bulimico e autoreferenziale, l’arte di Paolo Sciancalepore opera dunque un colto e sapiente pastiche postmoderno, un raffinato gioco mescolatorio di stili e esperienze, una ricerca sull’uomo e la sua eterna altalena tra l’esperire e il sognare, tra il costruire e il ri-costruire fantasticamente un ordine. Con la neanche troppo segreta speranza di acchiappare un giorno Balio e Xanto, e fuggire lassù, dove il mito ha avuto origine.


Gaetano Centrone - Molfetta 2005



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13 maggio - 5 giugno 2004


GALLERIA D'ARTE MICRO'


TORINO


prsentazione in catalogo

Enzo Papa




"La casa della Sibilla" - olio su tela (50x40) - 2004


Aggiungi immagine[...] Il contenitore dell’anima si conferma in moduli scatolari protettivi, idonei a custodire e a tutelare, dentro i quali l’artista pone al riparo le memorie incontaminate dell’infanzia e la purezza primordiale degli elementi vitali della natura, le nuvole (e l’acqua che ne deriva), il mare sconfinato, che apre gli orizzonti agli itinerari liberi e liberatori dell’immaginario, le conchiglie come simbolo di protezione, altra illusiva certezza di immunità. Le teche dell’artista ricettano anche porzioni della realtà modellata dalla storia, come i Trulli o i Sassi, patrimonio non solo materiale, ma squisitamente spirituale dell’umanità di oggi e di sempre.
Nelle categorizzazioni dell’arte la pittura di Sciancalepore assume una connotazione che interseca trasversalmente la Metafisica e il Surrealismo, l’una eccedente il mondo materiale delle cose, esaltandone la lirica della solitudine, e l’altro mutuante i morfismi della dimensione onirica in stato di veglia.
Ma la pittura di Paolo sopravanza le correnti storiche negli aspetti che evocano l’indefinito fantastico della prima età, ricco e pregnante di valenze ideali, lucidamente vagheggiato in età adulta e riproposto nella dignità dell’arte, per restituire all’autore stesso, ma anche lo spettatore, il candore degli spazi primitivi, ignari delle inesorabili contaminazioni fisiche e morali, attraverso cui si evolve e si tempra il pensiero cosciente e il carattere dell’uomo adulto.

Enzo Papa - Torino 2004